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DOMANDE FREQUENTI

Qui trovate risposte alle più diffuse domande sulla figura dello psicoterapeuta, sulle caratteristiche della sua professione e sulla natura del percorso psicoterapico.

  • Che differenza c’è tra Psicologo, Psicoterapeuta, Psichiatra, Psicanalista e Neurologo?"
    La presenza di diverse figure professionali che in apparenza sembrano occuparsi della stessa materia (la cura della mente) induce spesso in errore. Così capita che per problematiche francamente di tipo psicologico si finisca per consultare, ad esempio, un Neurologo che non si occupa di Psicologia o uno Psichiatra che non si occupa di Psicoterapia. In questi casi, il problema non viene affrontato e la persona in questione alla fine non affronta i propri problemi. Facciamo allora le necessarie distinzioni:lo Psicologo è un laureato in psicologia che ha conseguito l’abilitazione dopo il superamento di un esame di Stato ed in seguito ha ottenuto l'iscrizione all’ apposito albo professionale (nota: un laureato in psicologia senza abilitazione e iscrizione non è uno psicologo). Lo Psicologo offre consulenze psicologiche, effettua attività di diagnosi (ad esempio utilizzando test psicologici) e si limita ad attività di sostegno psicologico. Egli opera in diverse aree di intervento: la psicologia clinica, la psicologia sociale applicata, la psicologia del lavoro e delle organizzazioni, la psicologia dello sviluppo e dell’educazione, la psicologia giuridica e forense, la psicologia penitenziaria e criminologica, la psicologia militare, la psicologia viaria, la psicologia delle emergenze, la psicologia dello sport, la psicologia del turismo, la psicologia della religione, la neuropsicologia. Che cosa può fare: colloqui diagnostici, counselling, sostegno psicologico, somministrare test. Che cosa non può fare: non può fare psicoterapia, non può prescrivere psicofarmaci. Per chi è indicato: per chi vuole avere una visione preliminare del proprio problema. Lo Psicoterapeuta di solito è uno psicologo (o più raramente un medico) che ha conseguito una specializzazione almeno quadriennale in Psicoterapia, presso scuole riconosciute dal M.U.R.S.T. (Ministero dell’Università e della Ricerca Scientifica e Tecnologica). Spesso, seppur non sia un obbligo, l'iter per diventare psicoterapeuta comprende anche l'essersi sottoposti ad una terapia psicologica. Che cosa può fare: diagnosi, psicoterapia. Che cosa non può fare: se non è laureato in medicina non può prescrivere psicofarmaci. Per chi è indicato: la psicoterapia cura una vasta gamma di disturbi. Si va da un lieve disagio personale causato da circostanze esterne a problemi sessuali, relazionali, psicosomatici, attacchi di panico, depressione, disordini dell'alimentazione, ecc. Tuttavia se il disagio è così forte da impedire lo svolgere delle normali attività della vita quotidiana (come lavorare, uscire di casa, dormire, etc.) è opportuno rivolgersi ad uno psichiatra. Lo Psichiatra è un medico specializzato in Psichiatria. La specializzazione medico psichiatrica gli consente di effettuare anche una psicoterapia sebbene egli non abbia frequantato quelle Scuole di specializzazione descritte nel paragrafo precedente. Utilizza metodi, tecniche e strumenti di tipo fisico e farmaceutico, che sono propri della psichiatria. Che cosa può fare: colloqui diagnostici, psicoterapia, prescrivere psicofarmaci. Per chi è indicato: per tutte le persone che stanno vivendo un disagio psicologico fortissimo (es.continui attacchi di panico, depressione maggiore) a causa del quale non riescono più a svolgere le normali attività della vita quotidiana. Lo Psicanalista è un laureato, solitamente, ma non sempre, in medicina o psicologia, che ha concluso un percorso di analisi didattica con un analista della S.P.I. (Società psicanalitica italiana) e che è stato da quest'ultimo giudicato idoneo all'esercizio della professione. Che cosa può fare: colloqui diagnostici, terapia psicanalitica. Che cosa non può fare: se non è medico, non può prescrivere psicofarmaci. Per chi è indicato: per le persone che vogliono iniziare un percorso di autoconoscenza allo scopo di liberarsi di condizionamenti negativi, sensi di colpa, angosce, sensi di inferiorità. Un analisi fatta bene è il più efficace strumento di cambiamento psicologico ma non è una scelta adatta a tutti. Il Neurologo è un medico specializzato in Neurologia. Si occupa di tutte le malattie, dei deficit o dei semplici disturbi che possono coinvolgere il Sistema Nervoso Centrale e Periferico. Cura quindi le malattie neurologiche proprie del Sistema Nervoso centrale: Sclerosi Multipla, malattie cerebrovascolari, malattia di Alzheimer, malattia di Parkinson, Epilessia, etc; le malattie proprie del Sistema Nervoso Periferico (Polineuropatie, Miastenia, Miopatie) o quelle malattie che coinvolgono altri organi o apparati e che possono coinvolgere anche il Sistema Nervoso (Diabete Mellito e altre malattie metaboliche sistemiche, patologie infiammatorie, infettive, immuni o tumorali).
  • Quanto costa una psicoterapia?
    I costi sono differenti e variano per tipologia di approccio terapeutico e durata della terapia. E’ pertanto necessario condividere tale domanda con il proprio psicologo-psicoterapeuta così da essere consapevoli del quadro economico. Informazioni utili si possono ottenere consultando il sito web dell’Ordine Nazionale degli Psicologi
  • Perché andare in psicoterapia?
    In alcuni momenti della vita può accadere di star male, di avere problemi che limitano la serenità mentale e sono fonte di stress, disagio e sofferenza, di sperimentare blocchi nella propria capacità di decidere, di essere tristi, disperati, depressi oppure euforici in maniera alterata, di avere poca stima di se stessi e di sottrarsi quindi a occasioni di miglioramento, di avere una vita relazionale scombussolata o difficili crisi familiari. La persona si accorge di non saper controllare o gestire i propri pensieri, le proprie emozioni, i propri comportamenti e di sperimentare un progressivo peggioramento nella qualità della propria vita. Si avvicina pertanto alla psicoterapia per avere un aiuto a capire meglio cosa sta succedendo, a trovare un sollievo dalla propria sofferenza e a risolvere il problema. Intraprendere un percorso psicoterapeutico si rivela molto utile, in certi casi addirittura indispensabile, per non entrare in un circolo vizioso psicopatologico. La psicoterapia aiuta a rimettere in ordine le emozioni, i pensieri, le sensazioni e/o i comportamenti attraverso l’uso di tecniche specifiche che servono a ristabilire la propria capacità di autodeterminazione, autoefficacia, autocontrollo e soprattutto a ritrovare il proprio benessere mentale. Molte volte chiedere aiuto ad un’altra persona è una delle azioni più difficili da intraprendere, perché si associa ad una serie di percezioni e valutazioni negative su di sé. Tuttavia rivolgersi ad uno psicoterapeuta per avere aiuto costituisce l’opportunità di dare una svolta positiva al proprio stato di disagio. Questo specialista della psiche ha gli strumenti utili per dipanare i dubbi, per curare le ferite, i traumi e le delusioni della vita, ma anche per aiutare a scoprire ed utilizzare la ricchezza che è dentro ognuno di noi. Per cominciare un percorso psicoterapeutico, però, non è necessario trovarsi in un momento di sofferenza. Molte persone decidono di rivolgersi ad uno psicoterapeuta perché desiderano iniziare un percorso di autoconoscenza, di cambiamento e di crescita per migliorare la propria qualità di vita. L’autoconoscenza è prevenzione. La psicoterapia è un laboratorio dove la persona può essere libero di esplorare le proprie difficoltà e incertezze e sperimentare le proprie potenzialità di problem solving per operare un cambiamento personale. Con l’aiuto dello psicoterapeuta la persona impara a capire come la mente umana e in particolar modo la propria, funziona, quali sono le proprie risorse e i propri script, ovvero i copioni che l’individuo tende a ripresentare sempre uguali a sé stessi. Si conoscono le proprie risorse e si impara a saperle utilizzare, abbandonando strategie adattive che, se la persona sta male, evidentemente ad un certo punto non hanno più funzionato o hanno funzionato male. Lo psicoterapeuta non vuol erigersi a giudice che getta nel cestino tutta la nostra vita donandoci la “verità” su come va vissuta.. egli fornisce solo un altro punto di vista, un’altra strada da percorrere, che non è migliore, ma semplicemente un’altra visione delle cose, dando alla persona la possibilità di scegliere (enorme passo avanti rispetto all’avere sempre e solo un’unica alternativa: la propria). La persona è ora per quello che è stata, con le sue ferite, i suoi traumi, le sue risorse e i suoi meccanismi di difesa e il lavoro che si fa con lo psicologo in seduta è volto a “fare ordine” e a comprendere molti lati e aspetti oscuri o incomprensibili responsabili del malessere che affligge la persona. Lavorando in sinergia quest’ultima scopre e riscopre, con l’aiuto dello psicoterapeuta, proprie potenzialità, proprie risorse e nuovi tragitti mentali iniziando un cammino proprio, che dapprima vedrà il terapeuta al proprio fianco, per poi proseguire in autonomia.
  • Lo psicoterapeuta è tenuto al segreto professionale?
    Lo psicologo è strettamente tenuto al segreto professionale. Tale aspetto viene garantito dall’Art. 11 del Codice Deontologico degli Psicologi e seguenti. Nelle collaborazioni con altri colleghi, tenuti al segreto professionale, può condividere solo le informazioni strettamente necessarie in relazione alla collaborazione. All’interno dei gruppi lo psicologo può vincolare i partecipanti al rispetto del diritto alla riservatezza. Può astenersi dal rendere testimonianza a meno che non abbia il consenso del suo cliente e valuti che l’uso del consenso garantisca la tutela psicologica del cliente. Lo psicologo può derogare all’obbligo di riservatezza solo nel caso in cui ravvisi che si prospettino dei gravi pericoli per la vita o per la salute psicofisica del cliente o di terzi. In questi casi e nei casi di obbligo di denuncia o di referto, lo psicologo riferisce lo stretto necessario ai fini della tutela del soggetto.
  • E se mi facesse il lavaggio del cervello o mi costringesse a fare cose che non voglio fare?
    Il ruolo del terapeuta non è quello di dire cosa si deve fare, ma di aiutare la persona a fare chiarezza e a capire come può stare meglio, assecondando gli scopi e gli obiettivi del paziente e non certo i propri. Non si impone e non obbliga a fare niente che non si voglia fare. Può proporre attività o esercizi da svolgere in seduta o a casa, ma sempre in accordo con il paziente. Il terapeuta, infatti, accompagna il paziente nel viaggio dentro di sé e lo aiuta a sviluppare risorse e strumenti per fare da sè. Analogamente a quando si va in palestra e ci si fa seguire da un personal trainer, egli non aiuterà la persona a sollevare i suoi pesi, né farà esercizi al vostro posto, ma contribuirà a creare le condizioni (tramite informazioni, supporto, guida) affinché la persona possa fare da sé ed allenarsi al proprio meglio. Inoltre ricordiamo che lo psicoterapeuta è un professionista che si è formato con un preciso e lungo percorso di studi, è iscritto all’albo di un Ordine professionale ed è quindi tenuto a conformarsi al codice deontologico e cioè a una serie di regole che tutelano il paziente proprio da manipolazioni e lavaggi del cervello. Se ci si sente sfruttati, costretti, o si dubita della professionalità del terapeuta, è possibile rivolgersi all’Ordine Professionale di competenza ed effettuare le verifiche necessarie.
  • Cosa si intende per Consulenza Psicologica?
    L’espressione “consulenza psicologica” suscita spesso confusione, perché induce a pensare a consigli, più o meno risolutivi, dispensati dallo psicologo-psicoterapeuta. In realtà per consulenza psicologica si intende un processo di conoscenza, in molti casi interpersonale, che serve a delimitare il “campo” di un determinato oggetto d’indagine. Se per esempio uno psicologo viene chiamato presso una scuola per intervenire sul fenomeno “abbandono scolastico” o sul fenomeno “bullismo”, si può dire che presta una consulenza psicologica perché aiuta la scuola, attraverso vari strumenti (colloqui, interventi in classe, test), a definire e a conoscere le diverse variabili psicologiche che sono in relazione con l’oggetto d’indagine in questione. Così esiste una consulenza psicologica scolastica, una consulenza psicologica presso il tribunale, una consulenza psicologica presso le carceri ect. La consulenza psicologica chiesta da un singolo individuo, presso uno studio di psicologia e psicoterapia, consiste nell’aiutare la persona a conoscere meglio il suo problema e a capire eventualmente come può essere affrontato. Spesso, ma non sempre (talvolta la persona può aver bisogno di un altro specialista, talvolta non necessita di intervento), la consulenza psicologica viene sostituita da un tipo di aiuto maggiormente caratterizzato in senso psicoterapeutico.
  • Quanto dura una psicoterapia?
    La durata di una terapia psicologica non è prevedibile a priori, in quanto dipende da una molteplicità di fattori di cui non è possibile stabilire il peso in modo assoluto. Molti sono i fattori che incidono sulla durata di una terapia: il grado di sofferenza della persona, la sua motivazione al trattamento, le sue risorse, la competenza dello psicoterapeuta, la qualità dell’alleanza che si stabilisce tra il paziente e lo psicoterapeuta, gli eventi di vita del paziente. La terapia non è un “pacchetto” uguale per tutti: sono lo psicoterapeuta e il soggetto che, insieme, decidono come procedere e con quali modalità e frequenza impostare il trattamento. Lo psicoterapeuta non impone nulla che il paziente non possa o non voglia fare.
  • Dallo psicoterapeuta ci vanno i "pazzi"?"
    Questo è uno dei più diffusi e radicati luoghi comuni sugli psicologi e la psicologia. L’ideale sarebbe promuovere campagne di sensibilizzazione e informazione su chi è e cosa fa realmente lo psicologo. Un’indagine realizzata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato nel 2002 che in Italia almeno una persona su cinque ha sofferto di un disturbo mentale nel corso della sua vita. Questo studio ha si è occupato solo di alcune tipologie di disturbi, ovvero i disturbi d’ansia, i disturbi dell’umore e l’abuso/dipendenza da alcol. Sono state trascurate quindi tutte le altre classi di disturbi mentali esistenti. Dai risultati della ricerca si può inferire che un’alta percentuale di soggetti in Italia soffre o ha sofferto di un disturbo mentale. Questo significherebbe che la maggior parte degli italiani sono “matti”. In realtà si può pensare semplicemente può accadere a chiunque di soffrire e di sentire di aver bisogno di chiedere aiuto. Non c’è proprio alcuna ragione per cui ci si debba sentire “matti” nel chiedere aiuto e sostegno.
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